Quello che state ammirando è il nuovo stendardo processionale della Venerabile Confraternita del SS. Sacramento di Nemi, che viene portato in processione il primo maggio. E stato realizzato nel 1996 per volontà del parroco P. Boccuzzo che la volle ripristinare secondo l'antica tradizione. Per il divieto di trasportare lo stendardo antico allo scopo di mantenerne l'integrità dopo il restauro a cui è stato sottoposto, veniva infatti portato un quadro dei protettori gli apostoli Filippo e Giacomo minore.


L'antico stendardo

L'antico è conservato nella chiesa parrocchiale, al riparo dalla luce che entra dai finestroni della chiesa, così come richiesto dopo l'intervento di restauro cui è stato sottoposto e terminato nel 1988. Esso è visibile la settimana precedente il primo maggio e in occasioni particolari come è avvenuto per la mostra del 2011.
È composto da due tele di lino che misurano m. 3,70 x 2,95. E’ il vessillo che nel 1787 venne realizzato per le antiche Confraternite allora presenti a Nemi, riunite nel riedificato Oratorio (1778): quella del SS. Sacramento, eretta ab immemorabile e tuttora esistente, e quella del SS. Rosario, eretta nel 1611, eaffievolitasi dopo la legge Napoleonica del 1804. Esso veniva portato in processione certamente il primo maggio durante la festa patronale dei Santi Filippo e Giacomo e il cinque agosto, festa della Madonna del Pozzo; probabilmente anche la prima domenica di ottobre, nella festa della Madonna del Rosario. Sostituiva certamente stendardi precedenti dei quali resta traccia della loro esistenza nelle visite pastorali dei Vescovi Diocesani. La Confraternita del SS.mo Sacramento già nel 1661 aveva fatto realizzare un nuovo stendardo alla Madonna del Pozzo, in sostituzione di uno vecchio.
La lettura degli stemmi che decorano la parte inferiore delle due facce, risulta molto difficile poiché molto consunti e dunque quasi illeggibili. Quelli dal lato dei Patroni leggermente meglio conservati, appartengono: quello sotto la figura di S. Giacomo (a sinistra), dalle evidenti insegne papali, ma completamente abraso proprio nello scudo, è stato riconosciuto con l'aiuto di fotografie all'ultravioletto, al papa Pio VI (Braschi), individuando nell'area superiore, le tre stelle proprie del suo stemma; quello sottostante la figura di S. Filippo (a destra), è del cardinale conte Francesco Gioacchino Pierre De Bernis, che fu vescovo di Albano dal 1774 al 1794.
Lo stemma centrale per forma e foggia appartiene alla Confraternita del SS.mo Sacramento, riprendendone la caratteristica sagoma antica ed essendo ancora leggibile in parte il calice eucaristico centrale. Dal lato del Rosario oltre all'arma pontificia, anch'essa di Pio VI, gli altri stemmi non sono stati riconosciuti: presumibilmente quello al centro dovrebbe appartenere alla Confraternita del Rosario. Il terzo, che non reca alcuna insegna ecclesiastica, è di difficile attribuzione.


Tecnica di esecuzione
La tradizione voleva che lo stendardo, come tante altre tele seicentesche e settecentesche laiche e religiose, fosse stato dipinto a "succhi d'erba", una tecnica nata per imitare gli arazzi, ma di più rapida esecuzione e molto meno costosa. Tuttavia le ricerche e le analisi svolte durante il restauro non hanno confermato tale tradizione.